Aviazione. Il Gruppo Buscaglia e gli aerosiluranti italiani

8.00

Martino Aichner – Giorgio Evangelisti

Il nome di Carlo Emanuele Buscaglia è, ancora oggi, forse il più noto tra quelli degli assi dell’aviazione italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Ciò si deve, in particolar modo, al fatto che le sue imprese, quasi sempre compiute a bassissima quota e sfruttando il fattore della sorpresa, ebbero il fascino romantico dell’audacia più pura; in secondo luogo perché questo eroe dell’aria, morì, per così dire, due volte. Una prima volta abbattuto in combattimento e creduto morto, tanto e vero che dopo l’8 settembre gli venne intitolata la squadriglia aerosiluranti della RSI al comando di Carlo Faggioni, Invece Buscaglia era sopravvissuto e si addestrava per tornare al combattimento in un campo alleato. E fu proprio a bordo di un apparecchio alleato che scomparve una seconda volta. Si diffuse la voce che fosse stato abbattuto da aerei alleati per evitare una sua “fuga” al Nord per raggiungere i suoi vecchi camerati. Ma se il suo nome compare in tante rievocazioni straniere, lo si deve al fatto che le sue azioni e quelle del suo reparto, rimangano legati sempre all’epopea degli aerosiluranti italiani.

Brossura, 11,5 x 18 cm. pag. 234

Stampato nel 1972 da Longanesi

Condizioni del libro: usato in discrete condizioni. Segni del tempo

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Descrizione

Martino Aichner – Giorgio Evangelisti

Il nome di Carlo Emanuele Buscaglia è, ancora oggi, forse il più noto tra quelli degli assi dell’aviazione italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Ciò si deve, in particolar modo, al fatto che le sue imprese, quasi sempre compiute a bassissima quota e sfruttando il fattore della sorpresa, ebbero il fascino romantico dell’audacia più pura; in secondo luogo perché questo eroe dell’aria, morì, per così dire, due volte. Una prima volta abbattuto in combattimento e creduto morto, tanto e vero che dopo l’8 settembre gli venne intitolata la squadriglia aerosiluranti della RSI al comando di Carlo Faggioni, Invece Buscaglia era sopravvissuto e si addestrava per tornare al combattimento in un campo alleato. E fu proprio a bordo di un apparecchio alleato che scomparve una seconda volta. Si diffuse la voce che fosse stato abbattuto da aerei alleati per evitare una sua “fuga” al Nord per raggiungere i suoi vecchi camerati. Ma se il suo nome compare in tante rievocazioni straniere, lo si deve al fatto che le sue azioni e quelle del suo reparto, rimangano legati sempre all’epopea degli aerosiluranti italiani.

Brossura, 11,5 x 18 cm. pag. 234

Stampato nel 1972 da Longanesi

Condizioni del libro: usato in discrete condizioni. Segni del tempo