L’ Esercito italiano in Slovenia 1941-1943 – Strategie di repressione antipartigiana

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Il 3 maggio 1941 l’Italia fascista annetté la parte meridionale della Slovenia con il nome di “Provincia di Lubiana”. Da quella data la zona fu il teatro di una sanguinosa guerra partigiana condotta dalla Resistenza slovena. Per fronteggiare l’insurrezione, l’esercito italiano schierò un intero corpo di armata che giunse a contare più di 60.000 uomini ma che, nonostante il notevole spiegamento di forze, non riuscì mai a controllare il territorio della provincia e fu messo in gravi difficoltà dalla Resistenza. Il libro ricostruisce le varie strategie antiguerriglia messe in pratica dai vertici dell’esercito, tra i quali i generali Ambrosio, Roatta, Robotti, Gambara e Orlando. Oltre a ripercorrere i principali avvenimenti militari, si analizzano il perché del fallimento della strategia italiana e le cause che portarono allo scatenamento di una vera e propria “guerra ai civili” da parte delle forze di occupazione. Il capitolo finale, infine, ricostruisce il lento e faticoso cammino della memoria della guerra nei Balcani tra l’opinione pubblica italiana.

Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 166 + 15 pagine fuori testo con 16 foto b/n

Stampato nel 2011 da Viella

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Descrizione

Amedeo Osti Guerrazzi

Il 3 maggio 1941 l’Italia fascista annetté la parte meridionale della Slovenia con il nome di “Provincia di Lubiana”. Da quella data la zona fu il teatro di una sanguinosa guerra partigiana condotta dalla Resistenza slovena. Per fronteggiare l’insurrezione, l’esercito italiano schierò un intero corpo di armata che giunse a contare più di 60.000 uomini ma che, nonostante il notevole spiegamento di forze, non riuscì mai a controllare il territorio della provincia e fu messo in gravi difficoltà dalla Resistenza. Il libro ricostruisce le varie strategie antiguerriglia messe in pratica dai vertici dell’esercito, tra i quali i generali Ambrosio, Roatta, Robotti, Gambara e Orlando. Oltre a ripercorrere i principali avvenimenti militari, si analizzano il perché del fallimento della strategia italiana e le cause che portarono allo scatenamento di una vera e propria “guerra ai civili” da parte delle forze di occupazione. Il capitolo finale, infine, ricostruisce il lento e faticoso cammino della memoria della guerra nei Balcani tra l’opinione pubblica italiana.

Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 166 + 15 pagine fuori testo con 16 foto b/n

Stampato nel 2011 da Viella 

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