Il grande gioco del Caucaso. Nagorno Karabakh, il Paese fantasma nella partita geopolitica tra Russia, Usa e Turchia

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Clemente Ultimo

Piccolo, aspro e privo di ricchezze naturali: apparentemente, il Nagorno Karabakh è un territorio poco appetibile. Eppure, da trent’anni, armeni ed azeri hanno combattuto almeno tre guerre in campo aperto per il suo controllo. Per gli armeni – da sempre presenti nella regione – si tratta di rivendicare il proprio diritto all’autodeterminazione; per gli azeri, invece, è necessario mantenere i confini statuali fissati da Stalin. In questo sanguinoso confronto, hanno giocato e giocano un ruolo di primo piano vecchie e nuove potenze, Russia, Turchia e Iran su tutte. Segno che, dietro la nascita della Repubblica di artsakh – stato non riconosciuto, figlio della vittoria Armena nella guerra dei primi anni ’90 – ed il tentativo azero di riconquistare quei territori, si muovono interessi ben più grandi rispetto a quelli degli attori locali. Il Nagorno Karabakh si trova, infatti, in quel Caucaso ex sovietico dove si intrecciano alcune delle più importanti rotte energetiche del mondo: dai giacimenti del caspio, del resto, giunge in Europa buona parte del gas – e del petrolio – che viene utilizzato quotidianamente.

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Clemente Ultimo

Piccolo, aspro e privo di ricchezze naturali: apparentemente, il Nagorno Karabakh è un territorio poco appetibile. Eppure, da trent’anni, armeni ed azeri hanno combattuto almeno tre guerre in campo aperto per il suo controllo. Per gli armeni – da sempre presenti nella regione – si tratta di rivendicare il proprio diritto all’autodeterminazione; per gli azeri, invece, è necessario mantenere i confini statuali fissati da Stalin. In questo sanguinoso confronto, hanno giocato e giocano un ruolo di primo piano vecchie e nuove potenze, Russia, Turchia e Iran su tutte. Segno che, dietro la nascita della Repubblica di artsakh – stato non riconosciuto, figlio della vittoria Armena nella guerra dei primi anni ’90 – ed il tentativo azero di riconquistare quei territori, si muovono interessi ben più grandi rispetto a quelli degli attori locali. Il Nagorno Karabakh si trova, infatti, in quel Caucaso ex sovietico dove si intrecciano alcune delle più importanti rotte energetiche del mondo: dai giacimenti del caspio, del resto, giunge in Europa buona parte del gas – e del petrolio – che viene utilizzato quotidianamente.

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 244

Stampato nel 2020 da Passaggio al Bosco

 

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