Il podestà forestiero – La scelta sovranista Vol. 1

Gianfranco Peroncini

Visualizzazione di 6 risultati

  • 0 out of 5

    Il podestà forestiero – La scelta sovranista Vol. 1

    35.00

    Questo non è uno studio sull’euro. Bensì sulle dinamiche che lo hanno prodotto, nel segno di quel “podestà forestiero” che, secondo Mario Monti, impone ai governi degli Stati «decisioni non scaturite dai loro convincimenti ma dettate dai mercati e dall’Europa»… Per questo è stato necessario scomporlo in tre parti, alla luce di un’analisi geopolitica, economica e psico-sociale. Una cavalcata che, in questo primo scorcio, segue un filo rosso che cuce tutta l’attualità contemporanea, dal memoriale di Aldo Moro al “Piano Solo”, sino a un quiet coup d’état. Spingendosi a un’esplorazione che dalla Goldman Sachs arriva, a ritroso, sino al Codice di Hammurabi. Per trovare una via d’uscita dal capitalismo neoliberista. Attraverso la modalità integrale di una soluzione tradizionale e socialista. Per infrangere definitivamente la grande eresia dell’economically correct. E chiudere i conti con la destra e la sinistra.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 456

    Stampato nel 2019 da Altaforte

    Quick view
  • 0 out of 5

    La maledizione dei centurioni. Dalle piste d’Indocina alla «battaglia di Algeri» (Vol. 1)

    20.00

    Gianfranco Peroncini

    Dalle piste d’Indocina alla battaglia di Algeri” è il primo di sei volumi dedicati alla storia della guerra d’Algeria (1954-1962). Una ricerca dedicata alla complessità contemporanea che si articola su due cifre espressive, due registri narrativi impiegati per la descrizione dei fatti storici e per l’analisi di quegli avvenimenti. Per rintracciare le cause di quella maledizione che portò i “centurioni” di Francia a pagare un terribile tributo di sangue e sacrificio agli estremi confini dei possedimenti francesi. Anche se il più amaro e doloroso versante della “maledizione dei centurioni” si cela nella mistificazione sistematica delle motivazioni autentiche alla base della loro lotta. Dopo Dien Bien Phu – del resto – i militari che si trovarono a combattere in Nordafrica non volevano più essere il braccio armato della repressione coloniale. Volevano “capire”. Nacque allora il “mal jaune” dell’esercito francese, la febbre gialla indocinese, il nazional-comunismo dei colonnelli e dei capitani dell’Armée che metteva i brividi agli stati maggiori

    Quick view
  • 0 out of 5

    La maledizione dei centurioni. Dalle piste d’Indocina alla «battaglia di Algeri» (Vol. 2)

    20.00

    Gianfranco Peroncini

    Dalle piste d’Indocina alla battaglia di Algeri” è il secondo di sei volumi dedicati alla storia della guerra d’Algeria (1954-1962). Una ricerca dedicata alla complessità contemporanea che si articola su due cifre espressive, due registri narrativi impiegati per la descrizione dei fatti storici e per l’analisi di quegli avvenimenti. Per rintracciare le cause di quella maledizione che portò i “centurioni” di Francia a pagare un terribile tributo di sangue e sacrificio agli estremi confini dei possedimenti francesi. Anche se il più amaro e doloroso versante della “maledizione dei centurioni” si cela nella mistificazione sistematica delle motivazioni autentiche alla base della loro lotta. Dopo Dien Bien Phu – del resto – i militari che si trovarono a combattere in Nordafrica non volevano più essere il braccio armato della repressione coloniale. Volevano “capire”. Nacque allora il “mal jaune” dell’esercito francese, la febbre gialla indocinese, il nazional-comunismo dei colonnelli e dei capitani dell’Armée che metteva i brividi agli stati maggiori

    Quick view
  • 0 out of 5

    La maledizione dei centurioni. Vol. 3. Le chemin de croix dei centurioni. Dal malcontento alla dissidenza: il siluramento di Massu

    20.00

    Gianfranco Peroncini

    Dalle piste d’Indocina alla battaglia di Algeri” è il secondo di sei volumi dedicati alla storia della guerra d’Algeria (1954-1962). Una ricerca dedicata alla complessità contemporanea che si articola su due cifre espressive, due registri narrativi impiegati per la descrizione dei fatti storici e per l’analisi di quegli avvenimenti. Per rintracciare le cause di quella maledizione che portò i “centurioni” di Francia a pagare un terribile tributo di sangue e sacrificio agli estremi confini dei possedimenti francesi. Anche se il più amaro e doloroso versante della “maledizione dei centurioni” si cela nella mistificazione sistematica delle motivazioni autentiche alla base della loro lotta. Dopo Dien Bien Phu – del resto – i militari che si trovarono a combattere in Nordafrica non volevano più essere il braccio armato della repressione coloniale. Volevano “capire”. Nacque allora il “mal jaune” dell’esercito francese, la febbre gialla indocinese, il nazional-comunismo dei colonnelli e dei capitani dell’Armée che metteva i brividi agli stati maggiori

    Quick view
  • 0 out of 5

    Sinistra sul caviale del tramonto. Contro l’anglobalizzazione: alla cerca di un nuovo paradigma politico per il terzo millennio

    18.00

    Gianfranco Peroncini

    Come uscire dalle paludi della politica contemporanea? S’impone un decisivo salto di qualità – anzitutto culturale – dal riflesso virtuale alla riflessione che si fa azione: ricostruire una patria, senza retorica e senza indulgenze; riedificare lo Stato dalle fondamenta, restituendogli una forza interiore. Per invertire l’onda di marea del nuovo millennio occorre un nuovo paradigma: nutrire e sviluppare uno spirito pubblico; ripristinare l’interesse generale; rifondare solidamente l’autorità dei governanti, la giustizia nei tribunali, la coscienza dei funzionari, l’equità sociale. Lo scivolamento della sinistra sul (ca)viale del tramonto – in ordine con la fluidità liberista di una “società aperta” cosmopolita e sradicante – impone il superamento dei vecchi schemi: riaffermare un comune e assertivo anticapitalismo di rottura, per impedire che i dogmi del mercato continuino à insulter l’avenir.

    Quick view
  • 0 out of 5

    Veni, vidi, Eni… Enrico Mattei e il sovranismo energetico. Vol. 1. La «lunga marcia» dall’Agip all’Eni

    25.00

    Gianfranco Peroncini

    Enrico Mattei morì alle 18.55 di sabato 27 ottobre 1962, precipitando in mezzo a un filare di pioppi nelle campagne di Bascapè, a una manciata di chilometri dalla pista dell’aeroporto di Linate. Come documentato decenni dopo dal pm di Pavia Vincenzo Calia, si trattò di un attentato. Un’esplosione pianificata per distruggere gli strumenti di navigazione dietro il cruscotto del pilota, il fedelissimo Irnerio Bertuzzi, reduce pluridecorato della RSI. «Voliamo sicuri» aveva detto Mattei. «Dio non può avercela con un fascista e con un partigiano.» Ma ad avercela con loro non era Dio. Era tutt’altro…

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 524

    Stampato nel 2021 da Byoblu

    Quick view
X