Risorgimento – Il regno del Nord. 1859: il sogno di Cavour infranto da Garibaldi

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Italia federale o Italia nazionale? L’interrogativo, oggi di attualità, fu posto già agli albori del Risorgimento. Anzi, alla vigilia dell’Unità nazionale, la Federazione italiana sembrava cosa fatta. Cavour aveva in progetto, infatti, di “piemontesizzare” il Nord Italia e suddividere la penisola in tre Stati federali: il Regno di Sardegna, lo Stato della Chiesa e il Regno delle due Sicilie, sotto la virtuale presidenza del Papa. Così Cavour nel 1859, prima della fine della seconda guerra d’Indipendenza, si era accordato in gran segreto con il governo borbonico: il Regno di Sardegna avrebbe inglobato il Lombardo-Veneto, l’Emilia e la Toscana, al Regno delle due Sicilie si sarebbero aggiunte l’Umbria o le Marche, tolte allo Stato della Chiesa mentre Roma sarebbe diventata capitale dell’Italia federale. Tutto pareva organizzato, mancava soltanto l’approvazione di Francesco II, re di Napoli, che però, da devoto e timorato di Dio qual era, quando fu informato che il suo Regno si sarebbe arricchito delle due regioni papaline gridò al sacrilegio. E il piano andò in fumo.

Cartonato,14,5 x 22,5 cm. pag. 177

Stampato nel 2009 da Mondadori

Condizioni del libro: usato in ottime condizioni con sovracopertina

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Arrigo Petacco

Italia federale o Italia nazionale? L’interrogativo, oggi di attualità, fu posto già agli albori del Risorgimento. Anzi, alla vigilia dell’Unità nazionale, la Federazione italiana sembrava cosa fatta. Cavour aveva in progetto, infatti, di “piemontesizzare” il Nord Italia e suddividere la penisola in tre Stati federali: il Regno di Sardegna, lo Stato della Chiesa e il Regno delle due Sicilie, sotto la virtuale presidenza del Papa. Così Cavour nel 1859, prima della fine della seconda guerra d’Indipendenza, si era accordato in gran segreto con il governo borbonico: il Regno di Sardegna avrebbe inglobato il Lombardo-Veneto, l’Emilia e la Toscana, al Regno delle due Sicilie si sarebbero aggiunte l’Umbria o le Marche, tolte allo Stato della Chiesa mentre Roma sarebbe diventata capitale dell’Italia federale. Tutto pareva organizzato, mancava soltanto l’approvazione di Francesco II, re di Napoli, che però, da devoto e timorato di Dio qual era, quando fu informato che il suo Regno si sarebbe arricchito delle due regioni papaline gridò al sacrilegio. E il piano andò in fumo.

Cartonato,14,5 x 22,5 cm. pag. 177

Stampato nel 2009 da Mondadori

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