Descrizione
Paolo Leone
Più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento insufficienti nelle strutture sanitarie, nell’alimentazione, nella tutela della dignità umana. Questa la realtà dei “campi dei vinti”, quei campi di concentramento realizzati in Italia fra l’estate del 1943 e la primavera del 1946 nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali. Da Padula, in provincia di Salerno, a Collescipoli (Terni), da Coltano a Laterina, entrambi in provincia di Arezzo, da Miramare (Rimini) a Taranto, Paolo Leone ha tracciato una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare le decine di campi di transito dove venivano ammassati centinaia di prigionieri destinati, nel migliore dei casi, ad altri campi definitivi, ovvero agli improvvisati tribunali del popolo, che provvedevano a esecuzioni sommarie. Un saggio ampio e originale che fa luce sulle normative giuridiche e sulla vita quotidiana nei campi di internamento, sulle violenze cui furono sottoposti tanti italiani rei di avere combattuto dalla parte dei “vinti”, che divennero così la base di consenso del neofascismo italiano. L’importante vicenda storica e politica dei campi di concentramento in Italia per fascisti. Una storia che ha interessato più di cinquanta mila persone, civili e militari, e che è passata in questo lungo dopoguerra completamente sotto silenzio. Una ricerca innovativa nel panorama storiografico italiano, che dà un’immagine più completa delle vicende che segnarono la conclusione del secondo conflitto mondiale.
Brossura 14,5 x 21 cm. pag. 200
Stampato nel 2012 da Cantagalli
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